Per molti praticanti occidentali, l’estate rappresenta un momento di riposo dalle fatiche della stagione appena terminata e di riflessione. Ma lo spirito del guerriero non dorme mai! Vi proponiamo “Muoversi Zen”: prontezza all’azione e scienza della reazione agli stimoli secondo The Japan Times
“Sii fedele al pensiero del momento ed evita distrazioni. Oltre a continuare ad esercitarti, non attenerti a nient’altro, ma spingiti fino a vivere singolo pensiero per singolo pensiero”.
– Tsunemoto Yamamoto, “Hagakure” (1710 circa)
Isao Machii, residente a Hyogo, è un maestro di iaido, uno specialista nell’arte di estrarre la spada dal fodero.
Nel Giappone feudale, il duello era ritualizzato, e generalmente due samurai si ritrovavano faccia a faccia con le spade rinfoderate al fianco e si inchinavano l’uno verso l’altro prima di combattere. Immaginate Clint Eastwood che affronta un avversario in uno spaghetti Western, ma con più raffinatezza. Così come l’abilità del pistolero di estrarre rapidamente la pistola era determinante per il risultato di un duello, così era per le spade.
I samurai hanno elevato la pratica del duello a forma d’arte. Lo iaido consiste nell’avere piena consapevolezza dell’ambiente circostante, nell’essere psicologicamente pronti all’azione, nell’abitare l’ “ora”. Ha a che fare con purezza dei movimenti, precisione e fluidità. In breve, è il “movimento Zen”.
Machii sa muoversi con incredibile rapidità. La prima volta l’ho visto su YouTube mentre affrontava una macchina lanciapalle impostata su una velocità più alta del normale. Lui è lì in piedi, la mano sull’impugnatura della spada, quando una palla da baseball gli viene lanciata contro a più di 160 km all’ora. Prima che lo spettatore possa accorgersene, Machii ha sguainato la sua lama e affettato la palla in due.
C’è un altro video in cui Machii affronta una pistola ad aria compressa. I piombini si muovono a 350 km all’ora, ma lui riesce comunque a sguainare la spada e a colpirli.
Quest’uomo è stato proclamato leggenda samurai e supereroe dei fumetti in carne ed ossa. Sembra possedere l’equivalente di un sesto senso per indovinare il percorso di un oggetto in movimento ed è in grado di reagire molto più velocemente di una persona normale.
Nella psicologia cognitiva, il tempo di reazione viene usato per misurare la cronometria mentale. Nella sua forma più semplice, essa si riferisce al tempo di elaborazione delle operazioni cognitive, in altre parole il tempo che passa tra un segnale (per esempio, l’esplosione di un colpo) e la reazione che viene suscitata in risposta al segnale.
Tipi diversi di stimoli provocheranno diversi tempi di reazione. Nonostante la luce viaggi più veloce del suono, di solito le persone reagiscono più rapidamente al suono che alla luce, poiché il cervello ha bisogno di più tempo per elaborare la complessità degli stimoli visivi.
Ognuno ha i suoi tempi di reazione, sebbene tipicamente i giovani reagiscano più rapidamente delle persone più anziane.
È interessante notare come il tempo di reazione di un individuo sia collegato al suo quoziente intellettivo. In psicologia, esiste uno strumento chiamato Jensen Box che viene utilizzato per misurare reazioni e intelligenza. La scatola è dotata di otto pulsanti e otto luci associate a ciascuno di essi: appena una luce si accende, bisogna premere il pulsante giusto accanto alla luce.
Gli esperimenti condotti con la Jensen Box hanno mostrato come gli individui più intelligenti reagiscono più velocemente. Sebbene i ricercatori non sappiano esattamente perché questo avvenga, le persone con tempi di reazione più rapidi potrebbero essere in grado di elaborare le informazioni più velocemente.
Tuttavia i limiti fisici impongono dei massimali alla velocità in cui i neurotrasmettitori possono inviare informazioni al cervello. Machii ha raggiunto questi massimali attraverso il suo allenamento di iaido?
Il principale neurotrasmettitore che fa da mediatore per la reazione è la dopamina, il che può suonare strano a chi la conosce come la cosiddetta “molecola delle coccole” che controlla la gratificazione e il piacere nel cervello.
Krystal Parker del dipartimento di Neurologia dell’Università dell’Iowa studia i percorsi cerebrali che la dopamina utilizza. La regione chiave del cervello in questo senso è l’area tegmentale ventrale, ricca di neuroni della dopamina, e Parker ha scoperto che il miglioramento nei tempi di reazione negli individui con il morbo di Parkinson è legato a una maggiore attività in quest’area.
I ricercatori sanno che farmaci come l’anfetamina possono ridurre i tempi di reazione, mentre i farmaci che bloccano la dopamina hanno l’effetto opposto. Questo ci fa pensare che le persone come Machii forse possiedono dei geni cheottimizzano i percorsi nell’area tegmentale ventrale.
La ricerca ha inoltre mostrato che la velocità alla quale una persona può elaborare informazioni diminuisce bruscamente tra i venti e i trent’anni. Ad oggi, all’età di 43 anni, Machii detiene svariati Guinnes dei Primati per la sua abilità nel maneggiare la spada, ma mi chiedo se mai riuscirà a batterne di nuovi. Di certo spero che ci riesca.
Questo articolo è apparso su The Japan Times il 18 febbraio 2017:
http://www.japantimes.co.jp/news/2017/02/18/national/science-health/moving-zen-modern-samurai/#.WLaonG_aeos
Tutti i diritti sono riservati all’autore Rowan Hooper e a The Japan Times. La traduzione è stata realizzata dall’Accademia Romana Kendo a scopo divulgativo per il pubblico italiano.
[Traduzione: N.C.]