Sabato 20 e domenica 21 giugno 2015 l’Accademia Romana Kendo ha organizzato presso la sua sede un seminario con Donatella Castelli, 7° dan renshi.
La possibilità di praticare kendo ad alto livello, di incontrare compagni vecchi e nuovi e, non ultima, la gratuità dell’evento richiama atleti anche dalle altre scuole di Roma e del Lazio per un totale di partecipanti che s’aggira intorno alla trentina.
La lunga ed intensa giornata di sabato s’apre con una fase di riscaldamento i cui esercizi, dal taglio spiccatamente ludico, abituano a tenere vigili i riflessi e a velocizzare gambe e braccia negli scatti di corsa veloce e di presa decisa del tenugui. Il dojo diventa, allora, luogo di caccia: i kenshi – cacciatori devono cercare di afferrare la coda – fazzoletto dei kenshi-volpe. Presto s’abbandonano i toni distesi del riscaldamento per entrare nel vivo dell’allenamento. Il programma di Donatella Castelli non può non prendere le mosse dallo studio del kirikaeshi, per gli spunti offerti da un tipo di keiko che si compone di tecniche fondamentali, funzionali allo studio di importanti aspetti. Il kirikaeshi tradizionale viene da subito sezionato nelle sue parti costitutive – men, sayumen uchi, men – per poi tornare ad essere sintetizzato in movimenti continui ma più consapevoli. Si continua con una variante del kirikaeshi in cui il men laterale sinistro e destro portato in okuriashi per quattro volte avanzando e cinque indietreggiando viene sostituito da altre combinazioni miste di sayumen e do portate in okuriashi cercando di mantenere un buon ritmo e il tempo giusto della respirazione. Se è vero, infatti, che il keiko di kendo spesso consiste nella ripetizione cadenzata di esercizi predeterminati è anche vero che i movimenti avvengono in risposta a precondizioni poste da un compagno – motodachi in questo caso – che variano continuamente e che devono pertanto indurci a mantenere un’attenzione vigile ed una predisposizione alla versatilità dei nostri movimenti nel rapporto con l’altro.
Il sabato prosegue con lo studio delle tecniche di propria iniziativa – shikake waza – con particolare accento posto sull’harai men e l’harai kote, per poi riprendere nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, con lo studio delle tecniche di contrattacco o di risposta: oji waza. Nella prima parte dell’allenamento pomeridiano Donatella Castelli predilige, per lo studio della base e delle tecniche, il bokuto – la spada che, nella forma, più si avvicina alla katana tradizionale giapponese. Lo studio del suriage men e del suriage kote passa prima per questo strumento per essere poi ripreso con lo shinai convenzionale. La giornata si conclude con un mawarigeiko, ragion per cui a tutti i partecipanti è offerta l’occasione di fare pratica con i senpai più esperti oltre che con il 7° dan presente.
Per fortuna, dopo tanta fatica, arriva l’ora della pizza e della birra, delle risate e delle chiacchiere spese tra amici accomunati da una stessa autentica passione.
La giornata di domenica riprende dai kendo no kata, in particolare dallo studio del sesto kata. Donatella Castelli esorta tutti i presenti, anche quelli più bassi in grado, ad applicarsi nello studio delle “forme” fino alla decima. Si continua poi a sudare studiando kote, con una adeguata chiusura della distanza dopo il colpo, kaeshi do, nuki do e tanto altro ancora. Alle 13:00 arriva l’ora dei saluti finali e dei grandi discorsi. Il 7°dan renshi ricorda a tutti l’importanza di praticare un buon kendo nel rispetto dell’etichetta, della puntualità della pratica affinché certe regole non rimangano prive di senso, quindi vuote.
Ringraziamo Donatella Castelli per i suoi preziosi insegnamenti, Carla Liberto per l’iniziativa, gli istruttori Ark per la loro inossidabile presenza ed ovviamente i partecipanti tutti, senza i quali questo evento non avrebbe avuto lo stesso sapore. Alla prossima!